News dal Casale dell'Acqua Bianca
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Percorsi

Il Casale dell'Acqua Bianca organizza visite guidate per gruppi e scolaresche

Pianconserva

La necropoli si trova al di sopra del pianoro de La Conserva, collocato a 5 km ad oriente di Tolfa, nella media valle del Mignone tra il Fosso Verginee ed il Fosso dell’Acqua Bianca a poche centinaia di metri dal nostro casale.
Tutta la zona di Pian Conserva è interessata dalla presenza di tombe etrusche a camera ma è nell'ampio pianoro orientale che si trova la maggior concentrazione di tumuli di varia tipologia e con diversi e significativi arredi, come dimostrato dall'abbondante presenza di ceramica italo-geometrica, etrusco-corinzia e d'impasto, e del bucchero (numerosi reperti sono visibili al Museo Civico di Tolfa).

Ferrone

La necropoli etrusca della riserva del Ferrone è collocata su una castellina tufacea delimitata dal fosso Lenta, uno degli affluenti principali del fiume Mignone, e da due suoi affluenti in una zona dove numerose erano le vie di collegamento tra la costa e l’entroterra. I primi scavi ufficiali si compiono tra gli anni ’50 e ’60 con il recupero di numerosi corredi tombali che in parte erano già stati saccheggiati dai clandestini. Le diverse fasi delle ricerche avviate nella zona hanno portato alla luce uno dei siti più interessanti dei Monti della Tolfa. Oltre alla presenza etrusca, sul pianoro sono stati infatti ritrovati frammenti ceramici dell’età del Bronzo, resti di una villa rustica romana di età imperiale e ruderi di un castro medioevale fortificato (XIII – XIV sec.) che confermano la posizione strategica dell’area durante le varie fasi storiche.

Grasceta

Il tempietto etrusco romano di Grasceta dei Cavallari si trova in prossimità del quadrivio in località Comunali Macchiosi ed è raggiungibile da Tolfa percorrendo prima la Braccianese Claudia in direzione Bracciano e subito dopo la strada del Marano per imboccare poi, dopo il ponte sul Fosso dell’Acqua Bianca, la sterrata che sale a sinistra nel territorio di proprietà dell’Università Agraria di Tolfa. Il santuario fu scavato per la prima volta tra il 1955 e il 1957, successivamente furono condotti altri interventi di scavo e ripulitura a cura della Soprintendenza. Sorge lungo la strada medievale della Dogana che, attraverso i Monti della Tolfa conduceva a Viterbo.

Piantengeli

I resti dell'abbazia si trovano sulle pendici del Monte Piantangeli; di essa restano ancora visibili strutture murarie che lasciano ben comprendere la pianta dell'antico edificio. Non restano tracce murarie invece dell'abitato, di cui però si può identificare la posizione, grazie all'affioramento di reperti ceramici. L'abitato sorgeva, sempre sullo stesso monte ma a Sud Ovest rispetto alla chiesa. Mentre la chiesa è stata sottoposta ad indagine di scavo nel 1974 da parte della Soprintendenza, l'abitato è noto soltanto da indagini di superficie. Alla fine del Trecento sarà in mano ai signori di Tolfavecchia.

Faggeto

Alla periferia nord-est del centro abitato di Allumiere si trova una delle più importanti faggete della zona.

Si tratta di un bosco piuttosto vasto, distribuito su quattro delle cime più elevate dei Monti della Tolfa (Monte Maggiore, 633 m; Monte Urbano, 627 m; Monte Faggeto, 611 m; Monte Elceto, 609 m). Esso può essere agevolmente visitato seguendo uno degli itinerari segnati e provvisti di tabelle didattiche esplicative. Il sottobosco è arricchito con elementi vegetali piuttosto interessanti quali l'Agrifoglio, il Pungitopo, l'Edera, il Ciclamino e varie specie di orchidee.

La Rocca e il Centro Storico

Salendo per una stradina che inizia poco prima della chiesa di S. Egidio e, oltrepassate le vecchie case del primitivo borgo sorto dentro le mura, si giunge, per una stradina lastricata in pietra locale, fino alla chiesetta ed alla Rocca dei Frangipane ubicate proprio sulla vetta del colle (Monte della Rocca 553 m). Per tale posizione dal castello si ha una bellissima visione panoramica di tutto il territorio circostante e del sottostante abitato di Tolfa. Le prime fortificazioni risalgono probabilmente al periodo delle incursioni saracene che causarono un esodo delle popolazioni costiere verso l'interno e la costruzione di villaggi intorno a fortezze facilmente difendibili ed a tale scopo fu usata la Rocca ed il primitivo borgo per tutto il periodo del Feudalesimo fino al 1469 quando i fratelli Frangipane cedono tutto il feudo di Tolfa Vecchia alla Chiesa a pochi anni dall'entrata in produzione delle miniere d'allume. All’inizio del 1200 documenti storici attestano l’esistenza del castello "Castrum Tulphae Veteris" o "Tulpha Vetus" della Diocesi di Sutri mentre "Tulpha Nova", di cui oggi esistono solo i resti in località Monte Tolfaccia, apparteneva alla Diocesi di Viterbo. Il corpo del castello è formato da un ingresso merlato, una torretta, robuste mura perimetrali, un muro interno divisorio e sotterranei con basso soffitto a volta.
La chiesetta posta poco più in basso è dedicata alla Madonna della Rocca da sempre molto cara ai Tolfetani come dimostrano i numerosi ex voto che si trovano intorno all'altare



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